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Ad Artem didattica ufficiale di Robert Mapplethorpe. Le forme del desiderio a Palazzo Reale

02.12.2025

La mostra Mapplethorpe a Milano si inserisce tra gli appuntamenti culturali più attesi del 2026 e rappresenta un momento di grande rilievo nel panorama espositivo internazionale dedicato alla fotografia. A partire dal 29 gennaio 2026, Palazzo Reale ospita Robert Mapplethorpe. Le forme del desiderio, una grande retrospettiva che celebra l’intera carriera di uno dei fotografi più originali, riconoscibili e controversi del Novecento.

In questo contesto, Ad Artem è didattica ufficiale della mostra, curando visite guidate e percorsi educativi pensati per accompagnare pubblici diversi nella comprensione di un’opera complessa, raffinata e profondamente legata ai temi del corpo, dell’identità e della bellezza. La mostra si inserisce inoltre nel programma culturale delle Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026, creando un dialogo ideale tra ricerca artistica e riflessione sul corpo come luogo di disciplina, tensione ed equilibrio.

 


Robert Mapplethorpe: la fotografia come scultura

Robert Mapplethorpe nasce a New York nel 1946 e sviluppa fin dagli esordi una visione della fotografia che va oltre la semplice riproduzione del reale. «Sono ossessionato dalla bellezza», afferma l’artista, e questa ossessione diventa il motore di una ricerca rigorosa, costruita attorno alla forma, alla luce e alla composizione. In ogni mostra Mapplethorpe, emerge con chiarezza come il fotografo concepisca l’immagine come una vera e propria scultura bidimensionale, in cui il soggetto viene modellato attraverso un equilibrio perfetto tra geometria e sensualità.

La sua opera attraversa generi diversi – ritratti, autoritratti, nudi, nature morte, fiori – mantenendo sempre una coerenza stilistica fortissima. La luce scolpisce i corpi, ne definisce i volumi, ne esalta la potenza e la grazia, trasformando la fotografia in un linguaggio capace di dialogare con la tradizione della scultura classica e con la sensibilità contemporanea.

 


La mostra Mapplethorpe a Palazzo Reale Milano

La mostra Mapplethorpe Milano propone un percorso ampio e articolato che consente di attraversare l’intera carriera dell’artista, dagli esordi sperimentali fino agli scatti più iconici. In mostra trovano spazio i primi collage e ready-made realizzati tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, testimonianza di una fase di ricerca legata all’identità e alla sperimentazione dei linguaggi.

Seguono i celebri ritratti, tra cui quelli dedicati a Patti Smith, compagna, amica e musa, immortalata in immagini intime e potenti che restituiscono la sua figura androgina e vulnerabile. Accanto a lei compaiono artisti, musicisti e intellettuali che hanno segnato la cultura del secondo Novecento, trasformando il ritratto fotografico in un vero e proprio altare visivo, dove il soggetto viene elevato a icona.

 


Il corpo come linguaggio e come forma

Elemento centrale della mostra Mapplethorpe è il corpo umano, osservato, studiato e trasformato in linguaggio visivo. Nei celebri nudi maschili e femminili, il corpo diventa una forma pura, costruita attraverso un rigore compositivo che richiama apertamente il mondo classico. I muscoli, le posture, le simmetrie sono esaltati da un uso raffinato della luce e dell’ombra, che definisce il volume e crea un dialogo costante tra potenza e delicatezza.

Particolarmente significativi sono i lavori dedicati alla body builder Lisa Lyon, in cui Mapplethorpe mette in discussione le convenzioni di genere e celebra una bellezza forte, consapevole, quasi regale. In queste immagini, il corpo diventa spazio di affermazione dell’identità individuale, luogo in cui forza fisica e sensibilità estetica convivono.

 


Identità, desiderio e bellezza

La mostra Mapplethorpe a Milano affronta anche il tema dell’identità come dimensione fluida e mutevole. Gli autoritratti dell’artista rivelano una ricerca profonda e talvolta provocatoria, in cui Mapplethorpe si mette in scena come soggetto e oggetto dello sguardo, interrogando il confine tra pubblico e privato.

Accanto ai corpi umani, le celebri fotografie di fiori occupano un ruolo centrale nel percorso espositivo. Calle, orchidee e tulipani vengono ritratti come forme sensuali e pulsanti, cariche di ambiguità. Anche qui, la bellezza non è mai decorativa, ma attraversata da una tensione costante tra purezza e materia, tra ordine e desiderio.

 


Olimpiadi e dialogo con il presente

In occasione delle Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026, la mostra Mapplethorpe Milano assume un significato ulteriore. Il corpo atletico, disciplinato e allenato, diventa punto di contatto tra il mondo dello sport e la ricerca estetica dell’artista. Così come l’atleta ricerca la perfezione del gesto, Mapplethorpe ricerca la perfezione della forma, costruendo immagini che parlano di controllo, energia e equilibrio.

Questo dialogo rende la mostra particolarmente attuale, capace di parlare al presente e di offrire spunti di riflessione che vanno oltre la storia della fotografia.

 


Ad Artem didattica ufficiale: visite guidate e percorsi educativi

In occasione della mostra Mapplethorpe a Palazzo Reale, Ad Artem è didattica ufficiale e propone visite guidate e percorsi educativi pensati per gruppi organizzati, scuole secondarie e pubblico adulto. Le visite guidate Ad Artem accompagnano i partecipanti in un viaggio all’interno dell’universo estetico di Mapplethorpe, mettendo in relazione forma, classicismo, identità e desiderio.

Il progetto didattico è costruito attorno a concetti chiave come:

  • Forma, intesa come perfezione ed equilibrio compositivo

  • Classicismo, come dialogo con la scultura antica

  • Identità, il corpo come linguaggio dell’individuo

  • Luce e ombra, elementi che definiscono il volume

  • Desiderio, motore della creazione artistica

Le visite puntano sull’interazione con i partecipanti, favorendo un approccio non frontale ma partecipato, in cui l’osservazione diretta delle opere diventa strumento di conoscenza.

 


Mostra Mapplethorpe Milano: un’esperienza di visione consapevole

La mostra Mapplethorpe Milano invita il pubblico a confrontarsi con un artista che ha fatto della bellezza una ricerca radicale, capace di unire rigore formale e intensità emotiva. Grazie al lavoro di mediazione culturale di Ad Artem, la mostra diventa un’occasione privilegiata per approfondire il linguaggio della fotografia contemporanea e riflettere sul ruolo del corpo come luogo di identità, espressione e desiderio.

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